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17 Kythorn, the Year of Lightning Storms (1374)
Manca un solo mese al rituale della “Pietra e della Forma”. Il consiglio degli “Alti Anziani” mi ha concesso (forse grazie anche agli sforzi di mio padre Torak) l’accesso ai segreti delle rune antiche; non mi sento ancora pronto per portare questa responsabilità, ma il veggente ha parlato, e in soli 30 giorni devo riuscire a definire la mia forma in modo da poter ricevere correttamente l’iniziazione. Sono preoccupato.
27 Kythorn, the Year of Lightning Storms (1374)
Dopo una decimana di devozione a Dumathoin e di profonda meditazione non mi sento affatto preparato e sento che la mia forma non è pronta per ricevere il peso di una runa. Questa sera ne parlerò con mio padre. Forse sono i suoi consigli quelli che mi mancano; in fondo è sempre stato un grande scultore prima di dedicarsi alla disciplina militare Forse lui saprà modellare la mia forma in quella di un vero custode delle rune.
28 Kythorn, the Year of Lightning Storms (1374)
Ho parlato con Torak che mi ha concesso il suo aiuto sulla questione. Dice che mi sto sbagliando, che la mia forma è più che pronta a ricevere il segreto delle rune, ma che devo solo scegliere la pietra giusta per modellare la mia scultura. Questo è stato come al solito tutto quello che sono riuscito a scucirgli dalla bocca. Mio padre è sempre stato enigmatico ma i suoi consigli si sono sempre rivelati preziosi, non ho capito di preciso cosa volesse dirmi ma sento che le sue parole sono cariche di speranza e di cambiamento.
29 Kythorn, the Year of Lightning Storms (1374)
Dopo altri 10 giorni di meditazione accompagnati questa volta dalla lettura di un antico libro di leggende ove si narra della creazione delle rune magiche non mi sento ancora pronto, forse il veggente si è sbagliato, forse non sono in grado di ricevere questa responsabilità, se la mia pietra è sbagliata lo scalpello potrebbe frantumarla deformando irreparabilmente la mia forma. Sto correndo un rischio a voler modellare la forma, mio padre ha ragione.
30 Kythorn, the Year of Lightning Storms (1374)
Ieri sera ho ricevuto l’inaspettata visita del Veggente in persona; in pochi hanno l’onore di udire le sue parole al di fuori da un discorso pubblico, ed è un onore poter ricevere le sua parole, pronunciate per me soltanto. Ella mi disse: ”Dwinbar. Sei afflitto, sei demoralizzato, ti stai spezzando”, mentre il suo sguardo profondo mi penetrava e mi oltrepassava come se stesse scrutando in lontananza. “Non stai dando il giusto peso alle parole pronunciate in tuo favore, il marchio del cambiamento indica la tua strada, sei giovane e devi imparare a trovare nuovi sentieri che ti possono condurre alle memorie dei nostri patriarchi.” Io le risposi: ”Ho il timore di spezzare la mia pietra, o veggente; non riesco capire come modellare la mia forma su di essa. Mio padre mi ha detto che la mia pietra è sbagliata, come posso fare?” Il veggente rimase un attimo a fissarmi e un attimo dopo un sorriso quasi materno apparve sul suo volto: “Ahh! Figlio dei figli! Sono orgogliosa di te, hai trovato la giusta strada!”. Rimasi interdetto dalle sue parole e prima che riuscissi a proferire un “Ma…” mi carezzò la testa e con una mano e con l’altra mi porse uno scalpello da pietra. Questa mattina ho capito! La pietra è sbagliata! Allora è ora di sostituirla!
1 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Il laboratorio di mio padre è un santuario di ordine e pulizia; nonostante abbia abbandonato il mestiere molti anni or sono, quotidianamente viene in questo luogo polveroso e sistema qualcosa, aggiusta qualche scaffale rifinisce una scultura che è praticamente perfetta o ridispone gli attrezzi. La mia strada deve essere come questo luogo: la strada del cambiamento, la strada della perfezione, la strada della ricerca. Non serve più meditare su come va fatta la scultura ora che è ben definita nella mia anima, bisogna prendere la pietra, lo scalpello il martello e iniziare a lavorare. Ogni colpo deve essere meditato: lo scalpello deve esse saldo, inamovibile, mentre il colpo del martello deve essere potente e ponderato! Il cambiamento va previsto, ideato, imbrigliato e impresso nella pietra! Non trovo le parole giuste per descrivere quello che ho provato poco fa, ma ci sono riuscito! In una sola serata! Ho inciso una runa e vi ho impresso la benevolenza di Dumathoin. Ora la vedo! E perfetta, è carica, è stabile. Ora mi sento pronto. Ho trovato la giusta pietra e modellato la forma che da tanto tempo meditavo, come scultore di me stesso posso affermare di aver trovato il giusto modo di operare. Tra 5 giorni ci sarà il “Rituale della Pietra e della Forma” e mi sento finalmente pronto.
2 Flamerule, the Year of Lighting Storms (1374)
Come sempre le buone notize sono accompagnada pessime notizie, ieri è successa una cosa orribile: un gruppo di minatori che stava seguendo una nuova vena di argento che si estendeva molto in basso rispetto al livello della città è stato aggredito dai Duergar che hanno conquistato tutto il livello delle miniere. In città tutti si sanno preparando a difendesi. Mio padre partirà domani per il Bastione di Hammershine che rappresenta il primo punto di difesa orientale prima di arrivare ai confini della città, è un a posizione inespugnabile siccome circondata da formazioni metalliche naturali che sarebbero difficilmente scavabili se non in decine di anni. In quanto prete di Dumathoin sarei voluto andare assieme a lui ma mi è stato categoricamente vietato dagli “alti anziani” in persona con una motivazione assurda! Devo prepararmi per il “Rituale della Pietra e della Forma”! Assurdo! Sono arrivati i Duergar, non un branco di goblin! Sono i nostri nemici giurati, siamo in guerra, non c’è tempo per questo!
3 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Mio padre Torak è partito, questa mattina ho provato a convincerlo a farmi venire con lui ma ha categoricamente rifiutato. Mi ha detto che è stato lui tra gli alti anziani ad insistere maggiormente perchè io rimanessi in città.
Io persi la pazienza e litigai con lui, mi disse di non preoccuparsi per lui di stare assieme gli altri preti e pregare per lui ASSURDO! Le sue ultime parole prima di partitre furono:”Sia come padre che come anziano desidero che tu rimanga qui, è per il tuo bene e per il bene di tutti. Fidati di me figliolo”.
In giornata assistetti alla sfilata dell’esercito che stava uscendo dalla città accompagnata dai canti di guerra e di benedizione dei preti, ai quali presi parte. Una strana sensazione mi ottenebra il cuore.
La gente per le strade, i lavoratori, i bambini e anche i preti sembrano avere un’espressione di rassegnazione sul volto.
Non è la prima volta che il bastione di Hammershine viene attaccato e si è sempre rivelato inespugnabile anche per i Duergar, eppure tutti sono tristi e girano a testa bassa invece di incitare i soldati e acclamare il nome degli Stoneshield. C’è qualcosa di strano, non è normale!
4 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Alla fine esaudii i l desiderio di mio padre e andai all “Altare del Profondo” dove i sacerdoti di Dumathoin si riuniscono. Li trovai raccolti in riunione e gli chiesi cosa stesse succedendo. Perché non erano in città a confortare i demoralizzati e a infondere coraggio nelle nostre genti? Gwelatuk l’anziano sacerdote entro da una stanza adiacente, mi parlo e mi disse che quello che sta succedendo sotto la città è di poca importanza, i Duergar verranno ricacciati nelle profondità e tutto si sistemerà presto.
Mi disse di non preoccuparmi e di fidarsi delle decisioni del consiglio, poiché la loro guida è sempre stata giusta ed è grazie alle loro decisioni se gli Stoneshield sono ancora sotto le Maerthwatch. Io gli esposi le mie perplessità, e gli parlai del morale del clan che stava scemando, ma lui mi rassicurò dicendo che era normale, che non c’era bisogno del nostro intervento Mi ordino quindi di non occuparmi della faccenda dei Duergar e mi rammentò che oggi ci sarebbe stato il Rituale della Pietra e della Forma.
Me ne ero quasi dimenticato!
Mentre scrivo queste righe i preparativi per il rituale sono in corso, Devo riuscire a liberare la mente dagli ultimi avvenimenti e rimanere concentrato sul mio futuro compito, Custode delle Rune. Gwentaluk non ha torto, rispetto la saggezza degli anziani.
6 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Il mio passo è veloce e incerto sto scappando da troppo tempo ormai, devo riposarmi, ma i Duergar sono veloci e sanno come rintracciarmi.
7 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Il mio piano è riuscito. Ho trovato un portale runico antico e sono riuscito, neanche io so come, a sigillarlo. E’ stato quasi “istintivo”. Ora che ho seminato i Duergar ho altri problemi. Sono in una zona selvaggia. Queste antiche caverne naturali sono un posto pericoloso, ogni sorta di creatura si nasconde tra i funghi e i muschi. Sento l’aria diversa, più leggera, la superficie non è molto distante. Sono troppo stanco per scrivere stasera…
8 Flamerule, the Year of Lightning Storms (1374)
Ho trovato un riparo sicuro e ho finalmente il tempo per riposarmi, ora che sono tranquillo posso scrivere quello che è successo 4 giorni fa, il 5 Flamerule. Ho fatto il rituale della “Pietra e della Forma”. Sono stato eletto inaspettatamente Alto Custode delle Rune, la carica massima! Rimasi interdetto ma subito dopo il rituale, che si concluse correttamente secondo le tradizioni, Gwentaluk mi convocò in riunione assieme agli altri sacerdoti di Dumathoin; riporto il nostro dialogo il più fedelmente possibile siccome sono successe molte cose in quattro giorni. Ora scriverò in prima persona siccome questo è forse uno dei discorsi momenti più importanti della mia vita e non voglio perdere nulla di queste parole, scriverle come le ricordo le renderà ancora più indelebili di quello che già sono nella mia memoria. Appena finito il rituale Gwentaluk mi si avvicinò e mi disse: “Dwinbar, a nome di tutti i chierici di Dumathoin e del clan degli Stoneshield di Maerthwatch nella sua interezza ti porgo le mie scuse. La verità ti è stata preclusa da tutti secondo la volontà del veggente e della tua famiglia” Rimasi sgomento: “Cosa stai dicendo? Quale verità? Cosa…”. Gwentaluk mi interruppe con un cenno: “Calmati figliolo! E ascoltami!”. Si sistemò la barba come per prepararsi ad un lungo discorso: “Sai già che il veggente in persona si è espresso perché tu diventassi Custode delle Rune, no?”. Certo” risposi cercando di non usare più parole di quelle necessarie. “Allora devi sapere che quello che ti è stato rivelato è solo parte della profezia, era imperativo che tu fossi pronto a ricevere il Rituale della Pietra e della Forma e che la tua mente fosse libera da preoccupazioni. La profezia parlava di peccati dei nostri padri custodi e della punizione che sarebbe arrivata dal profondo. Tutto si è avverato. Un mese addietro un giovane Custode delle Rune eletto da pochi anni di nome Turok, ha tradito la sua Forma e la sua Pietra; era in cerca di una conoscenza a lui preclusa: voleva impossessarsi dei segreti di alcune rune create dai Duergar, il motivo del suo gesto non è giunto fino alle nostre orecchie ma sembra che fosse semplicemente avido di potere. Fatto sta che appena le sue intenzioni sono emerse dai suoi discorsi è stato subito accusato di tradimento e ha ucciso i quattro Custodi che lo accusavano attingendo a potenti evocazioni come è tipico dei Duergar ed è scappato dalla città dirigendosi nell’Underdark, presumibilmente per non farne più ritorno. Solo grazie alla incrollabile scorza dell’Alto Gnon è riuscito ad impossessarsi dei nostri segreti; purtroppo dopo lo scontro è deceduto per le gravi ferite subite. La punizione dal profondo non tardò ad arrivare i Duergar emersero dall’Underdark guidati dal traditore Turok che aveva stretto chissà quale malefico patto con loro; il resto lo sai gia… Ma veniamo a te!” Il veggente disse: “Prima che l’oscurità ci avvolga, un Figlio del Tuono, scultore delle Pietre e benedetto dalle profondità sarà il nuovo portatore dei segreti. Sarà suo compito rimediare agli errori dei propri padri che hanno attirato su di noi la punizione dal profondo. Lontano dovrà viaggiare per ritrovare i fratelli perduti e ritornare a rivendicare il nostro posto tra le montagne. Come sai, tu sei l’unico nato sotto la “Benedizione del Tuono” nell’ordine di Dumathoin e sei anche un esperto scultore siccome tuo padre ti ha trasmesso l’arte, e noi lo sapevamo! Sei tu il “Portatore!”. Il tuo destino è quello di portare con te i segreti del nostro Clan per non farli cadere nelle mani dei Duergar, questo è senza dubbio più importante della sopravvivenza del Clan stesso! Non possiamo a nessun costo tradire in nostro patto con i Poteri… Non un’altra volta! Devi partire, e portare con te i segreti degli Stoneshield di Maerthwatch, ora sei stato eletto Custode e in accordo con le tradizioni hai diritto di portare con te i segreti della tua gente.” Provai ad oppormi al mio destino, dicendo che non avevo il diritto di allontanarmi dalla mia gente mentre veniva massacrata dai crudeli Duergar, ma Gwentaluk fu inflessibile e fece appello al mio senso della tradizione, intimandomi di smettere di pensare solo a me stesso e di fare quello che andava fatto per il bene del mio Clan e per amore delle antiche tradizioni. Dopo di che, mi consegnò un sacchetto di seta rossa contenete qualcosa di pesante e con una strana forma, era certamente di pietra; lo aprii e osservai tra le mie mani una specie di piramide con incise molte rune su di essa, la osservai e intravidi per un attimo il “peso” di questo oggetto, ero certo che tra le mai avevo il segreto degli Stoneshield di Maerthwatch. Non intendo il peso reale, intendo il grande coinvolgimento storico e il “potere” che esso possiede: una sorta di “inerzia” che esso ha ottenuto dalla sua storia e dalla sua grande importanza; non è magia e non ho idea di come io possa intravedere tutto ciò in un oggetto così semplice e di cui oltretutto non conoscevo nemmeno l’esistenza. Poi, d’improvviso, l’atmosfera tesa nella stanza venne interrotta da una voce di donna; era mia madre. Era affannata e sfinita, portava con se un pesante zaino e il mio martello. Entrò nella stanza velocemente e, senza salutare nessuno, mi si avvicino, appoggio martello e zaino, mi abbracciò con affetto e mi disse:”Figlio mio, è ora di partire per il tuo viaggio”, ”Esci dalla porta est prosegui per la Via umida e cerca la superficie dove i Duergar non ti seguiranno”. Io provai ad interrogarla sul fatto che anche lei sapesse tutto ma mi interruppe subito ficcandomi a forza lo zaino sulle spalle, il martello in mano e dicendo: “Io e tuo padre siamo fieri di te Dwimbar, e lo saremo sempre; ricordatelo sempre! Corri e non voltarti indietro! Muoviti, pelandrone!”, la sua espressione era quasi irata, ma i suoi occhi lucidi la tradivano ed evidenziavano il forte turbamento che avveniva dentro di lei. Vedendo che io non accennavo a partire, mi allontano con una leggera spinta come per invitarmi a partire e si coprì il viso con le mani accorgendosi che le stavano scendendo lacrime dagli occhi. Poi improvvisamente, un boato attraverso la stanza, allorché tutti chierici si misero in movimento spingendomi a forza verso l’uscita. Uscito dall’Altare del profondo constatai che la città era in subbuglio, l’odore di bruciato era dappertutto e un bagliore rossastro si rifletteva sulle maestose volte del soffitto della città; Hammershine aveva ceduto! I miei compagni si misero sulla strada rivolti a ovest aspettando il nemico imminente. Gwentaluk mi intimò di fuggire, dicendo che avrebbe fatto di tutto per darmi del vantaggio ma di ricordarmi che i Duergar sapevano come rintracciare la mia mente e di non fermarmi mai finche non avessi raggiunto la superficie dove non avrebbero potuto seguirmi, poi mi disse una frase che non dimenticherò mai: “Figlio del profondo! Tu sei la voce del tuo popolo e il portatore dei suoi segreti, sarai l’arma della nostra rinascita!”, il suo sguardo che puntava ad un punto più distante di dove mi trovavo, era identico a quello della veggente qualche giorno prima e sembrava quasi che non avesse pronunciato quelle parole per sua volontà; poi tornando con lo sguardo su di me mi disse “A presto Dwinbar! Mi mancherai molto!”, poi si voltò per fronteggiare il nemico. Fu così che mi allontanai dalla porta Est attraverso la Via umida e, scappai per tre giorni nei meandri delle montagne, inseguito dai miei nemici.