10 Eleasias

10 Eleasias, the Year of Lightning Storms (1374 DR)

Dopo un’altra notte passata in queste lande desolate continuiamo il viaggio vero Moortown e nel tardo pomeriggio quando le ombre erano già lunghe e il cielo passava dal grigio al rosa abbiamo oltrepassato una dolce pendenza asciutta ed erbosa e dietro di essa si potevano intravedere delle fortificazioni costituite da palizzate di legno; la strada continuava fino ad un ingresso dove la palizzata si interrompeva senza alcuna porta e lasciava intravedere molti edifici in rovina al suo interno, era senza dubbio Moortown.
La nostra visione fu interrotta da una preoccupante agitazione dei nostri cavalli, che nitrivano e scalciavano; fu solo grazie al loro olfatto che ci accorgemmo di quattro grossi troll che ci stavano per prendere di sorpresa!
Facemmo in tempo a scendere da cavallo e a mandare via Katelyn quando i troll ci travolsero, non potendo parare i loro grossi artigli ero costretto a muovermi di continuo descrivendo con il martello fendenti obliqui e colpendo le zampe artigliate di questi orribili umanoidi.
Nonostante l’inferiorità numerica e la stazza inferiore io e Lam stavamo riuscendo ad abbattere i mostri, ma quando ne vidi uno rialzato dopo che gli avevo chiaramente spappolato il torace mi ricordai di ciò che dicevano i miei insegnati su queste bestie: le loro carni rigenerano ad un ritmo sorprendente e possono essere danneggiati solo dal fuoco o dall’acido…
Con una sola parola feci capire a Lam di cosa c’era bisogno, dissi : “Fuoco” subito Lam evocò più di un muro di fiamme dentro i quali ricacciammo i troll riuscendo per un pelo ad ucciderli; dopo lo scontro eravamo entrambe feriti e sfiniti, anche questa volta ci è mancato un pelo!
Attingendo ai poteri di Lathander e Shandrilar curai le nostre ferite e intanto tornò Katelyn.
Decidemmo di entrare in città e di perlustrarla con il favore delle tenebre; la città sembrava deserta, solo un edificio dal quale usciva del fumo sembrava abitato, ci facemmo strada tra le macerie Lam stava in avanscoperta mentre io e Katelyn lo seguivamo a distanza.
Ci disse di aspettare dietro l’angolo di un edificio mentre lui dava un occhio ad una struttura più grande delle altre, un tempio a pianta rettangolare le cui colonne erano ancora in piedi e sostenevano un timpano i cui bassorilievi erano erosi dal tempo e dalle intemperie rendendo impossibile stabilire a quale divinità fosse dedicato.
Si inoltrò nelle tenebre e si arrampicò in una breccia nel muro alta circa due metri, appena la sua testa oltrepasso il muro si fece cadere indietro rotolando sulle macerie, appena in tempo per evitare il morso di una piccola testa di drago che morse l’aria in maniera scomposta e spasmodica.
Eravamo stati scoperti! Dissi a Katelyn di nascondesi nell’edificio accanto a noi e mi misi in guardia pronto ad assaltare il nemico… attesi solo qualche secondo nel quale Lam si rialzo con un agile balzo ed evocò gli artigi… due piccoli draghi rossi sbucarono fuori dalla breccia e nel mentre da un lato del tempio sbucarono tre uomini con la mantellina porpora dei cultisti!
Ci lanciammo nel combattimento mentre due cultisti rimasero a distanza e iniziarono a bersagliarci con gli archi, il combattimento sembrava volgere per il meglio quando la terra iniziò a tremare ritmicamente come se grandi massi venissero scagliati al suolo…
Una enorme ombra scura oscurò il cielo e la figura tozza di un drago rosso alto almeno sei metri proietto la sua ombra su di noi, sembrava gravemente ferito, tanto che gli mancava un’ala ma i suoi occhi incandescenti non lasciavano alcun dubbio sulle sue intenzioni, avevamo appena ucciso uno dei suoi cuccioli!
Le mie mani furono più veloci del mio pensiero ed estrassi dalla scarsella una runa carica di un incantesimo in grado di assorbire le energie elementali, come il soffio di un drago rosso!
Feci appena in tempo ad erigere questa barriera magica davanti a me e Lam quando il drago inspirò una enorme quantità di aria riempiendo i suoi giganteschi polmoni e ci soffiò addosso un fiume incandescente di fuoco, in mezzo a questo mortale flusso la barriera ci potesse increspandosi e creando onde regolari come la superficie di una pozzanghera che viene improvvisamente scossa dalla caduta di un sasso.
Finito il soffio ci ritrovammo su di un’isola di roccia circondata da pietra fusa e ancora rossa per l’altissima temperatura, davanti e dietro di noi tutto era annerito e fumante ma i piccoli draghi sembravano non avere subito alcun danno.
Mi resi conto d’improvviso di essere fermo impalato in mezzo ad un campo di battaglia come se durante il soffio il tempo si fosse fermato… un colpo di coda dell’enorme drago mi colpì in pieno petto e mi sollevò da terra emi scaravento indietro!
Pensieri della mia vita passata mi tornarono alla mente volavo indietro, quella era la fine… ma una forte botta sulla schiena mi fece capire che l’armatura antica dei miei avi aveva assorbito il colpo ed ero solo stordito!
Riaprii gli e vidi Lamariel che schivava i colpi dell’enorme drago che tentava di schiacciarlo, ma lui nonostante la situazione dispera riusciva ad aprire piccoli squarci(che probabilmente avrebbero ucciso un uomo) nei punti deboli tr al le placche ossee del drago.
Presi forza dalla sua determinazione e dalla sua grinta, ricacciai la paura di morire nel profondo del mio subconscio e mi rialzai in piedi; Lam era in grave pericolo non solo il grande drago lo avrebbe schiacciato ma i due feroci cuccioli lo stavano aggirando per prenderlo alle spalle!
Mi misi tra loro e il mio compagno e non gli permisi di avvicinarsi… ero stanco e i due draghetti si stavano rivelando avversari temibili; il pensiero di provare a fuggire si stava materializzando nella mia testa quando successe qualcosa di inaspettato.
Una figura alata lunga circa tre metri mi sfrecciò accanto, era un piccolo drago, più grande dei cuccioli di drago rosso, e dalla struttura fisica differente, il suo corpo era meno tozzo e più agile e snello, il riflesso delle fiamme ancora accese e delle rocce fuse dopo il terrificante soffio del drago rosso, faceva scintillare le sue placche color metallo bluastro facendolo sembrare un vero e proprio fulmine!
Si abbatte a velocità impressionante conto il ventre del drago rosso penetrando nel suo corpo e dilaniandogli il cuore, quando estrasse il lungo collo era ricoperto dal sangue incandescente del grande drago che colava dalla voragine che aveva nel petto sfrigolando sul terreno ed emettendo copiose volute di fumo grigio.
Il drago barcollò e cadde al suolo facendoci sobbalzare del terreno e distruggendo con il suo peso una parte di un edificio accanto al tempio … proprio l’edificio dove era nascosta la piccola Katelyn!
Tutti erano immobili: io Lam, il cucciolo, sopravvissuto e le guardie …
Per ameno dieci secondi nessuno osava muovere un muscolo e tutti stavano osservando la grande massa del drago rosso che veniva lentamente consumata dalle fiamme del suo stesso sangue…
Il silenzio venne interrotto da un lungo verso (simile ad un ululato ma più roco)emesso dal piccolo drago metallico che stava esultando per la vittoria sul suo nemico; qualcosa di inafferrabile e di intangibile in quel verso mi fece capire il suo significato: dolore e vendetta!
Improvvisamente capii che quel drago non poteva essere altri che Katelyn!
Esatto! Katelyn è un drago d’acciaio!

Tutti i nemici fuggirono, le guardie alzarono i tacchi e si diressero verso la struttura dalla quale usciva del fumo e il piccolo drago prese il volo; Lam che aveva evidentemente capito anche lui chi era quel drago disse: “Vai katelyn non lasciarlo sfuggire!”. Subito lei spiccò il volo e lo insegui mentre lam evocò davanti al drago un disco di energia che non poté evitare ma che non lo fermò, Katelyn approfitto del fatto per guadagnare terreno.., i due si allontanarono nel cielo nero fuori dalla nostra visuale.
Chiami all’appello quasi tutti i potei rimasti e curari le mie ferite e quelle del mio compagno; nonostante tutto che era accaduto non avevamo ancora finito di combattere, eravamo sicuri che altri uomini ci aspettavano dentro l’edificio con il camino acceso e ci incamminammo verso di esso.

Arrivati vicino all’edificio dalle quali finestre si intravedeva la luce tremolante di molte torce, ci nascondemmo dentro un edificio vicino al quale mancava il tetto, notammo uscire un paio di uomini dalla porta dell’edificio mentre grazie alla visione notturna scorsi un altro uomo buttarsi dalla finestra al secondo piano per poi arrestare magicamente la sua caduta a pochi metri da terra; era un diversivo quell’uomo stava fuggendo.
A quanto pare eravamo stati individuati in quanto i due uomini vennero subito verso di noi mentre l’uomo che tentava di fuggire si stava guardando attorno; in quel momento sentii Lamariel sobbalzare e mi disse un nome che mi scosse alla stessa maniera: Ringoth!
La sua vista acuta da elfo aveva riconosciuto in quell’uomo il nostro acerrimo nemico, colui che ha tentato di ucciderci sul tetto della torre d’ossa nel poliandrum a Mith drannor!
Un forte odio mi oscurò la vista, era proprio lui! Avevamo un conto in sospeso con quel malvagio necrofante!
Abbandonando ogni buon senso invocai il potere delle pietre magiche di Dumathoin che mi permisero di camminare nell’aria come se fosse solida roccia, mi alzai fino oltre il muro dell’edificio ma venni ricacciato indietro da una raffica di saette magiche che mi fecero cadere dove ero partito.
Lam si mise in agguato a fianco della voragine della porta e si avventò su una guardia che fece capolino dentro l’edificio ma che venne trafitta alla schiena dagli artigli del mio compagno, dietro di lui vidi la figura snella di un uomo in armatura in qualche modo simile e Lamariel, era un elfo … Lamariel si avventò su di lui come una furia e io approfittai per innalzarmi nuovamente verso l’alto e cercare Ringoth, ma di lui non vi era più traccia.
Lamariel si liberò del suo avversario in pochissimo tempo e usci però dalla stanza del massacro un gigantesco lupo dal pelo ispido e dalle enormi fauci, intento a seguire una pista, era Lam …
Intanto io dall’alto perlustravo la zona; nulla sembrava muoversi a parte l’enorme e silenziosa mole del lupo che saettava a destre e a sinistra con il muso vicino al suolo e la coda dritta.
Si fermò puntando con lo sguardo un edificio dotato di un tetto sgangherato ma integro dal quale usciva una lieve luce di candela dalle fessure della porta.
Atterri camminando vicino al lupo, si potevano sentire delle voci dall’interno della struttura, sembrava orchesco e da tono delle voci erano orchi quelli che stavano parlando; il lupo mi guardò con i suoi grandi occhi e si mise a tracciare delle linee sul terreno con i suoi zamponi… ne risultò in disegno di una casa con del fumo che ne scaturiva e capii che mi stava chiedendo di entrare e dare fuoco alla casa in modo da farne uscire gli occupanti.
Subito mi sembrò un piano inattuabile poi mi colpì l’odore di paglia che proveniva dall’edificio lui ovviamente lo aveva fiutato molto prima di me, ma cappi così che il suo piano era il migliore!
Feci segno di attendere al lupo e mi alzai in volo per dirigermi verso l’edificio dal quale era fuoriuscito Ringoth per prelevarne una delle torce accese, ero sicuro che ormai non vi fosse più nessuno la suo interno… entrai dalla porta e mi ritrovai in un ingresso con una porta una rampa di scale e un bancone, mi avvicinai al bancone e scovai dietro di esso 5 zaini, mentre li esaminavo un’ombra passo davanti alla torcia vicino alle scale…il cigolio di una porta mi fece capire che qualcuno era entrato nella stanza accanto a quella dove mi trovavo.
Mi avvicinai alla porta facendo meno rumore possibile e poi la sfondai con una spallata ben assestata, entrai così nella stanza; sembrava essere una cucina, con tre banchi da lavoro e un ampio focolare con un pentolone posto sul fuoco acceso, non si vedeva nessuno ma un sussulto tradì la presenza di una persona sotto un tavolo.
Mi avvicinai e scovai una donna umana rannicchiata sotto un tavolo che stava tremendo dalla paura; accortasi che ormai l’avevo individuata uscì allo scoperto e non disse una parole fissandomi terrorizzata; allora fui io a parlare e gli chiesi chi fosse e cosa faceva li, mi disse di essere una schiava al servizio del culto del drago, io allora gli dissi che era libera siccome i cultisti e il drago erano stati sconfitti ma che se riteneva alla pelle avrebbe dovuto attendere il mio ritorno chiusa in cucina, altri pericoli si aggiravano per la città.
Eseguì senza replicare i miei ordini, uscendo presi una torcia accesa e mi diressi di nuovo verso Lamariel e gli orchi.
Utilizzano nuovamente la capacità librami in aria sorretto dalle pietre magiche evocai una fitta nebbia all’interno dell’edificio ed entrai calandomi dal tetto, mi diressi verso un pagliericcio e lo accesi con una torcia; tornai fuori dall’apertura sul tetto e mi appollaiai sul tetto di un edificio vicino per osservare il risultato.
Molti orchi uscirono dalla porta principale, per la maggior parte erano donne e feriti; Lamariel sotto le sembianze di grosso lupo si fece vedere avanzando lentamente e ringhiando; spuntarono dal gruppo delle assi di legno e altre armi improvvisare, segno che non erano pronti a combatter e che forse non erano nemmeno guerrieri.
Non attaccarono e Lam così si convinse a tramutarsi di nuovo in elfo per potergli parlare … questo forse li spaventò di più che il lupo!
Io non mi feci vedere e dopo poche battute Lam si allontanò, quando lo raggiunsi mi riferì che gli orchi facevano parte di una tribù locale che era stata schiavizzata dal culto del drago per i loro scopi; quei maledetti pelle verde odiavano i cultisti quando noi. Nonostante le mie pulsioni capii che sarebbe stato inutile massacrarli e Lam mi convinse a trattenere la mia furia per nemici più pericolosi di un gruppo di orchi feriti e disarmati.
Tornammo all’edificio dove risiedevano i cultisti e lo perquisimmo da cima a fondo; la donna ci disse tutto quello che sapeva sui cultisti e grazie alle sue parole e ad un biglietto indirizzato a Ringoth capimmo che il grosso delle forze di Moortown erano partite verso Sulasspryn per incontrare una delegazione di Zentharim…
Cultisti del drago e Zentharim non possono altro che combinare guai assieme e quando tornò Katelyn dal suo inseguimento(che era andato a buon fine) ci disse finalmente tutta la sotoria.
Lei e i suoi genitori, i due grandi draghi d’acciaio che abbiamo trovato morti per strada Forge e Glimmerfang ( ora capisco il suo dolore) erano diretti fuori da Vaasa per avvertire le regioni a sud della imminente minaccia di questa alleanza e mobilitare le forze di Glister, purtroppo i loro piani sono stati scoperti dai cultisti che hanno messo sulle loro tracce un vero e proprio schieramento di draghi, loro hanno tentato di sfuggire alla trappola fingendosi dei viaggiatori ma una volta superata Moortown sono stati fermati e i genitori di Katelyn sono morti.
Steelheart (il vero nome di Katelyn) ha raggiunto Thusk in volo e ci ha condotti sino a qui nella speranza di ritrovar ei genitori, ora però il suo vero obbiettivo e ottenere vendetta e ci ha confessato che nulla la fermerà, il suo dolore è troppo grande.
Parlando abbiamo deciso che per giustizia nei confronti della piccola Katelyn(anche se no è poi così piccola!), per contrastare il culto del drago, per il bene di tutte le terre civilizzate dovevamo tentare di mandare a monte l’incotro con gli Zentharim; Steelheart aveva già un piano, ci avrebbe trasportato fino a Sulasspryn sul suo dorso facendo in mezza giornata la distanza che i cultisti avrebbero percorso in tre giorni.
Purtroppo le nostre condizioni non ci permettevano di partire subito, eravamo troppo stanche e feriti, grazie Shandrilar e Lathander saremo potuti partire la mattina seguente, non potevamo stare due giorni di fila senza dormire!
L’atmosfera era piuttosto cupa e nonostante fossimo tutti stanchi insistetti per raccontare una storia prima di coricarci; volevo tirare un po’ su il morale alla piccola Steelheart raccontandogli di Mith Drannor e della caduta di Pelendralar.
Non nego di avere un po’ colorito la storia, ma sembra che sia stata apprezzata, soprattutto da Katelyn …

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